Con il primo dei tre soli che compongono questa serata, Sagittarius A, Virpi Pahkinen ci porta nel regno della notte dove l’arciere della Via Lattea attende nel silenzio dell’orizzonte raccogliendo raggi di luna e muovendosi in ritmiche spirali. E alla fine, avvolta di nero e argento come i riflessi di un’Aurora Boreale, sembra fluttuare liberamente nello spazio.
Il secondo solo, Prayer, è una meditazione. Il suono dolce delle campane giapponesi scatena visioni: un faraone si trasforma in un cobra, e una farfalla esce dal suo bozzolo.
Nel solo finale, Morpho Z, i suoni della giungla ci accompagnano lungo un percorso tortuoso dove la dea di ferro della misericordia distende le sue radici intrecciate e uccelli selvatici fanno risuonare il loro canto.
Virpi Pahkinen è una delle artiste più singolari della danza svedese. Con vibrante musicalità e senso della forma, nei suoi soli crea un universo particolare. Il suo linguaggio unico ed estremamente duttile sembra talvolta fuoriuscire dalle dune di un deserto, talvolta invece diventare una membrana trasparente per l’energia cosmica. Questa la motivazione con cui la Sezione Svedese dell’International Association of Theatre Critics ha assegnato a Virpi Pahkinen il Premio per la Danza 2009, riassumendo con queste parole l’intensità e la magia dei suoi lavori.
Virpi Pahkinen ha studiato pianoforte al Conservatorio di Helsinki e si è formata come coreografa all’University College of Dance di Stoccolma. Nel doppi ruolo di coreografa e danzatrice ha girato il mondo ottenendo successi in oltre 40 paesi.
Ha creato lavori per numerose compagnie tra cui il Ballet Poznanski, il Vietnamese National Opera Ballet, North 59° e The Young Dance Company.
La sua musicalità e il suo interesse per la luce l’hanno portata a collaborare con importanti artisti quali il lighting designer Jens Sethzman, la compositrice Akemi Ishijima, il violinista Jon Rose e la cantante Sussan Deyhim.
coreografia e danza: Virpi Pahkinen
musica: Akemi Ishijim, Jonas Sjöblom, Luis Cortés
disegno luci: Erik Wiedersheim-Paul, Miriam Helleday
costumi: Helene Thorsell
[foto: José Figueroa]