Fabbrica Europa 2005

XII edizione
Sabbie d’Europa
6 – 28 maggio 2005
Firenze, Stazione Leopolda

 

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Voglio fare un viaggio
arrivare a un paese
che prima non ho visto mai
e vedere
se mi ricorda il mio
se il villaggio è un villaggio
e il giardino un giardino
se è vero che tu
come me
sei partito
per incontrarmi.

Mario Mariotti, 1982

Il deserto, le sabbie, l’oasi… Vogliamo creare uno spazio in Leopolda che rifletta tutte le connotazioni che tali parole evocano, soprattutto se associate al mondo occidentale e all’Europa come territorio chiuso ed esclusivo, facendole diventare concetti assoluti, matrici di suggestioni fertili.
Apparentemente un conflitto, in realtà un’apertura dei confini verso nuovi territori, non solo fisici ma soprattutto concettuali, che intendiamo esplorare sia giocando con i volumi imponenti dello spazio sia con il suo contenuto. Alcune attività – conferenze, proiezioni di film, presentazioni di libri, musica, immagini – e il design degli spazi modulati da elementi significanti, alimentano e sostanziano l’atmosfera rievocata da una poetica sottesa, comune e condivisa.
Collettivi e artisti hanno contribuito ai contenuti, utilizzando anche parte dei materiali degli archivi cinematografici fiorentini, che saranno a disposizione.
La suggestione del deserto è diventata così motivo di riflessione per quell’immagine poetica generata dalle nostre menti, il miraggio, quale illusione ottica che si tratteggia all’orizzonte cercando di contenere l’infinito.

Nell’aridità dei deserti l’umanità sperimenta soluzioni alternative che nascono dalla combinazione di disponibilità ridotte e principi sottili di fertilità, vivibilità sostenibile, circolazione di saperi: in una parola le Oasi, o il loro diretto effetto, cioè l’instaurazione di un circuito virtuoso capace di autopropulsione e autorigenerazione.
È su questa base condivisa che gli artisti producono e presentano i propri lavori nell'”ecosistema” aperto e vitale della Fabbrica. Gli artisti veri sanno mettere in gioco, reinventandoli continuamente, patrimoni antichi di conoscenze, di tecniche, di procedure, per costruire, mantenere e rendere più rigogliosa l’Oasi.
Il deserto, il miraggio di un’oasi reale o immaginaria, il viaggio descritto nelle sue fasi di approdo e sbarco, costituiscono il paesaggio poetico che apre, nell’allestimento di Lali Canosa e Tommaso Arosio, la Stazione Leopolda a orizzonti infiniti.
Uno scenario di suggestive illusioni ottiche che dà vita a una moltiplicazione dello spazio e richiama la funzione storica della Stazione come luogo del viaggio, della partenza e dell’arrivo.

 

Direzione artistica
Maurizia Settembri, danza e multimedia
Roberto Bacci, teatro
Lorenzo Pallini, musica

Con il contributo di
Comune di Firenze
Provincia di Firenze Regione Toscana
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ente Cassa di Risparmio di Firenze

 

 

 

 

 

 

 

 

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