Festival au Désert 2023

FIRENZE | XIV EDIZIONE

MER 28, GIO 29, VEN 30 GIUGNO 2023
PARC / Piazzale delle Cascine, Firenze


Il Festival au Désert Firenze nasce nel 2010 dalla collaborazione tra Festival au Désert del Mali e Fondazione Fabbrica Europa, e lavora per ospitare i grandi nomi della musica del mondo e far conoscere il meglio della world music attuale, in particolare da Sahel, Nord Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, in dialogo aperto con gli ambasciatori del “nomadismo” artistico internazionale.

Il 28, 29 e 30 giugno il Festival au Désert Firenze 2023 – progetto sostenuto da Estate Fiorentina / Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione CR Firenze – propone a PARC / Piazzale delle Cascine una tre giorni con musicisti internazionali invitati a lavorare con alcuni dei più preparati artisti del territorio toscano e nazionale nel segno dell’incontro, della conoscenza e della creazione attraverso i territori possibili della musica. Il tema dell’incontro è senza dubbio l’elemento che contraddistingue questa edizione, a partire dalla presenza del talento del “tar” e del canto persiano Reza Mirjalali, figlio del maestro Shahram Mirjalali, che salirà sul palco insieme al musicista piemontese da tempo residente nei Paesi Bassi, Simone Bottasso, grande virtuoso dell’organetto; il gruppo Mosaïc che vede insieme il tunisino Hamdi Jammoussi alle percussioni, il musicista bulgaro Georgi Dobrev al kaval, i francesi Noé Clerc alla fisarmonica e Adèle Viret al violoncello, i portoghesi Zé Almeida al contrabbasso e Diogo Alexandre alla batteria, sotto la direzione del grande sassofonista fiammingo Fabrizio Cassol.
E ancora, Alieu Saho, dal Gambia, in un affascinante incontro in musica tra la sua kora e la voce blues di Elisabetta Maulo, e il gruppo della nuova promessa della musica del deserto, il chitarrista e cantante tuareg Kader Tarhanine.
Ad arricchire ulteriormente la proposta, musicisti attivi da tempo sul rapporto tra suoni, ritmi e melodie africani in relazione con la musica attuale, dal jazz fino all’elettronica passando per le radici blues: Roberto Luti, Dimitri Grechi Espinoza, Simone Padovani, Andrea Beninati e Gabrio Baldacci.

IL PROGRAMMA

MER 28 GIUGNO
PARC · Piazzale delle Cascine · Firenze

h 19:30 “Viaggio in Mali”, incontro con VALERIO CORZANI, giornalista Rai Radio 3 e fotografo
h 21:00 ALIEU SAHO (Gambia) kora, ELISABETTA MAULO voce, ROBERTO LUTI chitarre, SIMONE PADOVANI percussioni
a seguire REZA MIRJALALI (Iran) tar e voce, SIMONE BOTTASSO, organetto
“Neighbors”

GIO 29 GIUGNO
PARC · Piazzale delle Cascine · Firenze
> Ingresso gratuito
h 21:00 DIMITRI GRECHI ESPINOZA sassofoni, ANDREA BENINATI batteria e violoncello, GABRIO BALDACCI chitarre, KADER TARHANINE (Mali/Algeria) voce e chitarra
“Mali Blues”
Interventi di VALERIO CORZANI

VEN 30 GIUGNO
PARC · Piazzale delle Cascine · Firenze
> Ingresso gratuito
h 21:00 MOSAÏC: HAMDI JAMMOUSSI (Tunisia), GEORGI DOBREV (Bulgaria) kaval, NOÉ CLERC (Francia) fisarmonica, ADÈLE VIRET (Francia) violoncello, ZÉ ALMEIDA (Portogallo) contrabbasso, DIOGO ALEXANDRE (Portogallo) batteria. Direzione: FABRIZIO CASSOL (Belgio)
a seguire KADER TARHANINE GROUP (Mali/Algeria): Kader Tarhanine chitarra e voce, Mohammed Zenani chitarra e voce, Dramane Touré basso, Mohamed Alhousseini batteria

Ogni sera, Dopo Festival
PARC · Sala Polivalente · Firenze
> Ingresso 5€, fino a esaurimento posti
DÉSERT SESSION 
in collaborazione con Toscana Produzione Musica

I MUSICISTI

ALIEU SAHO
Alieu Saho, aka Kora Hero, viene dal Gambia e suona la kora, strumento a corde dell’Africa occidentale legato alla tradizione della jaliya ovvero l’arte dei cantastorie, dei griot, in lingua mandinga ”jali”. Alieu infatti viene infatti da un’antica famiglia di jali originaria di Bafoulabe, in Mali, e trasferitasi nell’Alto Gambia, a Dobokunda, vicino Bansang, una regione famosa proprio per la tradizione della jaliya e della kora. Alieu è approdato in Italia nel 2016, attraversando il mare dalla Libia. In Italia porta avanti diverse collaborazioni e progetti artistici di musica sia tradizionale che fusion.

REZA MIRJALALI
Reza Mirjalali è nato a Teheran nel 1989. Ha iniziato a suonare all’età di sette anni mentre suo padre, il Maestro Shahram Mirjalali, gli insegnava Tombak (strumento persiano a percussione) e Tar (strumento a sei corde simile al liuto). Già a 14 anni sale sul palco per alcuni concerti e a 17 è in tour con il padre, prima di essere attivo in tutto il mondo con collaborazioni in ensemble di diversi generi musicali, dalla musica tradizionale persiana alla musica ottomana, dal jazz al pop, pur continuando a mantenere un forte legame con il padre. Nel 2013 si trasferisce nei Paesi Bassi e quattro anni più tardi si diploma in World Music al Codarts di Rotterdam. La sua aspirazione è quella di creare, attraverso la musica, un ponte tra la cultura asiatica e quella occidentale.
Attualmente, sta lavorando all’uscita del suo primo album da solista.

KADER TARHANINE
Nuova perla della musica tuareg, Kader Tarhanine è uno degli artisti più seguiti del momento dai giovani del Sahara per il suo stile innovativo, per la freschezza della sua musica e per il suo talento naturale. Nel 2012, attraverso i social network, si impone all’attenzione del pubblico con il pezzo “Tarhanine Tegla: mon amour est partie”, cantato dai giovani e dalla diaspora tuareg di tutto il mondo. Nato in Niger da genitori maliani (di Menaka e Timbuctu), è cresciuto a Tamanrasset (Algeria meridionale). Con un gruppo composto da giovani, tutti provenienti dal nord del Mali, si ispira al ricco repertorio di questa regione sahelo-sahariana. La sua musica unisce ritmi tradizionali, sonorità rock e testi poetici saheliani e arabi. Già riconosciuto, dopo le sue prime tournée in Africa e in Europa, come una delle voci più belle della sua generazione e come grandissimo chitarrista, oggi viene considerato come il successore della prima generazione di musicisti tuareg nel mondo. Le sue collaborazioni sul palco e in studio con alcuni dei più grandi artisti maliani, tra cui Fatoumata Diawara e Sidiki Diabaté, lo hanno reso una sorta di ambasciatore di pace (attraverso la musica) tra il nord e il sud del Mali, a lungo dilaniati da conflitti politici ed etnici.

MOSAÏC
Mosaïc è un ensemble di 6 musicisti provenienti da Bulgaria, Francia, Portogallo e Tunisia. Le loro composizioni sono soprattutto frutto di incontri musicali, all’incrocio tra jazz e musica mediterranea. Il sestetto traccia i contorni di un Mediterraneo dalle frontiere allargate che comprende Portogallo e Bulgaria, connettendo due estremi del continente. Il linguaggio dei Mosaïc è vario, e alle sonorità balcaniche unisce il colore cameristico della musica dell’Europa Occidentale e l’essenza ritmica della musica nordafricana. La composizione collettiva, di natura orale, trova sfumature nella tessitura di ogni strumento, rendendo le creazioni un nuovo territorio per l’orchestrazione. Mentre la musica prende gradualmente forma, portando con sé l’ispirazione dei diversi luoghi attraversati e conosciuti, rimane uno spazio di invito e scambio dove vengono accolti altri musicisti.
L’avventura di questo gruppo inizia nel 2020 a Malta durante la sessione creativa interculturale organizzata dalla rete Medinea, sotto la direzione artistica del sassofonista e compositore belga Fabrizio Cassol. Il quartetto, formato da Adèle Viret, Noé Clerc (Francia), Diogo Alexandre e Zé Almeida (Portogallo), porta in sé il primo seme dell’identità musicale di Mosaïc. Nel 2021 i quattro musicisti si ritrovano a Lisbona e Marsiglia, dove incontrano il suonatore bulgaro di kaval Georgi Dobrev, le cui influenze balcaniche aggiungono nuove sonorità al gruppo. Nel settembre 2022 sono invitati al Centre Culturel International de Hammamet (Tunisia) per una residenza con il percussionista tunisino Hamdi Jamoussi che si unisce alla creazione di nuove composizioni. È in questa occasione che hanno luogo i loro primi due concerti, alla CCIH e al Palais du Baron d’Erlanger (Tunisi), ed è qui che il suonatore di nay Ahmed Litaiem si unisce a loro sul palco per uno dei pezzi in programma.

FOTOGALLERY

[ph Antonio Viscido]


Festival au Désert è sostenuto da




Si ringrazia Robert F. Kennedy Human Rights Italia, MAD Murate Art District, Parc Bistrò














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