Della malva è ben noto il fiore che dà nome al colore. Meno appariscente è il suo frutto verde, nutriente, tondo e schiacciato: il panimundu, “pane del mondo”.
Panimundu si dispiega come una pratica coreografica dove spazialità, sensazioni, senso articolare e energia si modulano attraverso una serie di ripetizioni che divengono possibili solo con l’emergere di uno scarto rispetto all’azione, all’attimo che si è appena esaurito. Questo scarto, spesso minimo, segna una svolta, per quanto lieve, nelle relazioni tra le performer e con chi partecipa dell’evento. La prossimità tra le interpreti non è mai affettata né diviene uno spettacolare (se non reazionario, di questi tempi) contatto-a-tutti-i-costi. Le relazioni rimangono in atto, visibili in quel moltiplicarsi di dettagli che è dono del senso del tempo compositivo di Pietro Pireddu con Carolina Amoretti, Chiara Casiraghi, Giulia Gilera e il compositore Spartaco Cortesi («Se ci fosse più tempo i dettagli si moltiplicherebbero, ma guardando di sfuggita molto sfugge», ci ricorda in Geografie Antonella Anedda, come Pireddu di origini sarde).
Partecipare dell’effetto-panimundu è fare esperienza di un oggi intempestivo, di un tempo anticlimatico, senza quelle angosce o accelerazioni pandemiche alle quali la ricerca coreografica di Panimundu ha saputo resistere.
– Melissa Melpignano, ricercatrice e studiosa di danza e arti performative
Pietro Pireddu, dopo i primi studi di danza in Sardegna, prosegue la sua formazione a Firenze presso la Scuola del Balletto di Toscana. Nel 2007, con Valentina Fruzzetti, fonda la compagnia Maktub noir. Nel 2009 e nel 2010, con la coreografia Menteur, vince il concorso internazionale per giovani coreografi European Dance Alliance Personal Work e nel 2011 vince l’International Choreographic Competition di Milano danza Expo. Successivamente collabora alle produzioni del regista e coreografo berlinese Christoph Winkler, Abendliche Tänze (2014) e Golden stars on blue (2015). Nel 2015 lavora alla sua nuova produzione Lü che debutta a Parigi al festival Corpus. L’anno dopo debutta al festival “a piede libero” Mogliano danza con il lavoro site specific Totem. Sempre nel 2016 partecipa come coreografo a Funfhundertsechzig, videoinstallazione di Irene Lupi, progetto vincitore del premio “TU35 – 2016” di Officina Giovani presso il Centro Pecci di Prato, e debutta con la sua nuova produzione Avanzi. Nel 2018 partecipa al progetto Re-Mark del coreografo Sang Jijia, una produzione multimediale di Fabbrica Europa che ha debuttato al Festival 2018 ed è stata successivamente presentata al City Contemporary Dance festival di Hong Kong. Nel 2018 crea Murphy, in collaborazione con Mosè Risaliti. Tra settembre 2018 e gennaio 2019 lavora a Palazzo Strozzi di Firenze all’interno della mostra dedicata a Marina Abramovic, “THE CLEANER”, interpretando le performance Imponderabilia, Cleaninig The Mirror, Freeing The Voice, Freeing The Memory, Freeing The Body. Tra il 2019 e il 2020 partecipa al progetto Sea Rant di Company Blu.
coreografia: Pietro Pireddu interpreti: Carolina Amoretti, Chiara Casiraghi, Giulia Gilera sound design: Spartaco Cortesi coproduzione: Fabbrica Europa, Compagnia Simona Bucci / Compagnia degli Istanti, S’ALA Produzione