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Maurizio Nannucci

3 Maggio 2013 - 11 Maggio 2013 19:00

Stazione Leopolda di Firenze | IT


INFO
Dal 3 all'11 maggio
ingresso libero dalle h 19:00
(chiusura: 6 maggio)
Durante gli spettacoli
l'accesso non è consentito.

light installation: Maurizio Nannucci
installazione sonora di Maurizio Nannucci & Simone Conforti
un progetto a cura di Sergio Risaliti

In occasione della XX edizione di Fabbrica Europa, Maurizio Nannucci presenta una grande installazione di luce e suono all’interno della Stazione Leopolda dal 3 al 11 maggio. Una delle grandi navate dell’edificio sarà occupata da un testo luminoso.
N O M O R E E X C U S E S in formato monumentale sarà proiettato dall’alto in modo da essere leggibile sul pavimento per tutta la lunghezza dell’ambiente (circa 100 metri). N O M O R E E X C U S E S è composto da 277 Profile Spot ETC Source Four 750, particelle luminose, piccoli punti di luce blu che sommati l’uno all’altro definiscono le singole lettere.
N O M O R E E X C U S E S vale come imperativo categorico in un momento storico in cui ognuno di noi è chiamato ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, dei propri gesti e comportamenti. Una dichiarazione quella di Nannucci per Fabbrica Europa che risuona di luce e colore nel vuoto dello spazio della Leopolda, per rimbalzare fuori dai confini di Firenze.
N O M O R E E X C U S E S è una nuova iconografia concettuale il cui significato è fin troppo evidente e il cui contesto d’uso è praticamente illimitato. Se il mittente è l’artista, i destinatari sono tutti i lettori del testo-immagine. Siamo interpellati senza ridondanza semantica. Si tratta di selezionare i principi etici basilari, quel genere d’imperativi che non sopportano ulteriori giustificazioni. Di fronte alla corruzione e allo spreco di denaro, alla distruzione del patrimonio artistico e dell’ambiente, alla “fuga dei cervelli” e alle promesse elettorali disattese: N O M O R E E X C U S E S. Non ci sono scuse di fronte alla violenza e allo sterminio, alla disuguaglianza e all’ingiustizia, all’intolleranza e al razzismo. Non ci sono possibilità di fuga di fronte alla fame nel mondo e allo scioglimento dei ghiacci.
N O M O R E E X C U S E S è un invito all’azione responsabile, alla presa di coscienza, disegnato senza retorica e sentimentalismo, senza ipocrisia e abbellimenti. Un imperativo categorico che illumina lo spazio della Leopolda e risuona nell’intimo della coscienza individuale.
L’installazione sonora è realizzata in collaborazione con Simone Conforti, compositore e sound designer che ha già collaborato con Maurizio Nannucci in altri contesti urbani e museali. Un progetto di grande significato sociale e di grande impatto ambientale realizzato in occasione del ventennale di Fabbrica Europa.
Il progetto è ideato e curato da Sergio Risaliti, storico dell’arte, ideatore di grandi eventi, giornalista e scrittore che con Fabbrica Europa ha già collaborato organizzando allestimenti con Stalker, Nigel Coates e la mostra Le Forme del Suono.

Maurizio Nannucci (1939, Firenze) vive e lavora a Firenze e in Germania. Sin dalla metà degli anni Sessanta è tra i protagonisti delle sperimentazioni artistiche internazionali nell’ambito della poesia concreta, fluxus e concettuale, elaborando un suo proprio personale linguaggio legato alle strutture verbali e multimediali. Sono del 1967 le prime opere in neon. Il lavoro di Nannucci è impostato sulla ricerca artistica della luce, del colore, del linguaggio, e sull’impiego di media diversi: suono, foto, video, computer, libri d’artista. Una pratica interdisciplinare che negli anni ha dato vita a un corpo di opere ricco e multiforme. Negli anni Novanta nascono le collaborazioni e i progetti con gli architetti Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Mario Botta, Stephan Braunfels e Nicholas Grimshaw, che esaltano la componente spaziale e la forza espressiva del suo lavoro basato sulla luce, sul colore, sulla forma e sul linguaggio. Il suo approccio teorico, proteso verso la formulazione di un nuovo ordine estetico della contemporaneità, elabora e rende visibili concetti e pensieri che rivelano una profonda riflessione sui rapporti tra cultura e società e sull’evoluzione dei modelli di percezione e di comunicazione.

 

foto: Yuki Ichihashi

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