Francesco Marilungo
Stuporosa

…forse noi non possiamo conoscere il vero motivo per cui stiamo piangendo.
Forse non piangiamo per, piangiamo piuttosto di o con un motivo.
Forse le nostre spiegazioni sono solo storie imbastite dopo i fatti. (Heather Christle, The Crying Book)

Il lutto è l’insieme delle pratiche sociali e dei processi psichici suscitati dalla morte di una persona cara. Così Alfonso di Nola descrive ne La morte trionfata quello che in passato costituiva un aspetto della vita sociale, un sistema complesso di gesti e lacrime condivise che attraverso codici definiti e pratiche rituali permetteva al singolo di manifestare il proprio dolore con il supporto della comunità.
Oggi, in una società atomizzata, il lutto ha perso la dimensione comunitaria per diventare una condizione individuale; l’essere umano si trova solo davanti a una morte ‘nuda’, priva dell’aspetto culturale e relazionale che per secoli aveva mantenuto. Si è perduto l’istituto culturale di un rito funebre che permetteva di superare la crisi della perdita, elevandola, attraverso il simbolo, a un piano meta-storico. Manca la comunità con cui iniziare il processo di elaborazione e distacco dal dolore attraverso la condivisione.

Eppure si vive costantemente la morte di qualcuno o di qualcosa, le perdite sono talmente vicine, numerose e varie – basti pensare alla recente pandemia, alle guerre, ai naufragi nel Mediterraneo – da rendere il lutto una condizione esistenziale, quasi un senso di malinconia diffuso che per quanto presente non si riesce a elaborare.
L’unica reazione possibile rimane il pianto, un pianto immotivato, come se il lutto fosse uno stato ineluttabile dell’esistenza.

E così, apparentemente senza motivo, piangono le cinque performer di Stuporosa, dando vita a un pianto che assume varie sfumature, ora trattenuto, ora soffocato, che si fa musica, che sfocia nella speranza, che diviene canto ricalcando le sonorità di un antico lamento funebre salentino.


Francesco Marilungo è coreografo e danzatore. Dopo gli studi in Ingegneria  e un periodo di ricerca al Von Karman Institute di Bruxelles, frequenta l’Atelier di Teatrodanza presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Dal 2010 viene a contatto con danzatori e coreografi di fama internazionale come Lisa Kraus ed Elena Demyanenko (Trisha Brown Dance Company), Julie Anne Stanzak, Juliana Neves e Quan Bui Ngoc (Les Ballets C de la B), Masaki Iwana, Gabriela Carrizo (Peeping Tom), Yasmine Hugonnet, Jan Fabre, Gisele Vienne e Romeo Castellucci. Negli anni, lavora come performer per Enzo Cosimi, Mara Cassiani, Antonio Marras, Jonathan Burrows/Matteo Fargion e Alessandro Sciarroni. Parallelamente all’attività di performer intraprende un proprio percorso autoriale alla ricerca di un codice personale che metta in relazione la performance, la danza e le arti visive. La sua prima creazione è il solo Emily del 2013, a cui segue Siegfried (2014), selezionato dalla rete Anticorpi XL per la Vetrina della Giovane Danza d’Autore. Paradise, vincitore del bando NEXT 2015/2016 della regione Lombardia, viene presentato in anteprima al Danae Festival 2015 e viene selezionato dalla rete Anticorpi XL per la Vetrina della Giovane Danza d’Autore 2016. Nel 2016 debutta New Horizon, progetto sostenuto dalla rete europea Open Latitudes. Love Souvenir del 2018 è vincitore del bando Inteatro Festival e del bando Next 2017/2018 della regione Lombardia. Con Party Girl, vincitore del premio Prospettiva Danza 2020 e di Cross Award 2020, viene selezionato per la Nid New Italian Dance Platform 2021.

 

regia e coreografia: Francesco Marilungo
con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce
musica e vocal coaching: Vera Di Lecce
spazio e luci: Gianni Staropoli
costumi: Lessico Familiare
foto e video: Luca Del Pia
produzione: Körper | Centro Nazionale di Produzione della Danza
coproduzione: Fabbrica Europa
con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia
con il supporto di Short Theatre Festival, Fuori Programma Festival, Teatro Akropolis & Dracma Teatro – Progetto CURA, Did Studio, Base Milano, Qenhun

Premio UBU Miglior spettacolo di danza 2024

 

Calendario

3 giugno 2023 | Fuori Programma – Teatro Biblioteca Quarticciolo, Roma
8 settembre 2023 | Danza Urbana – Ex chiesa di San Mattia, Bologna
15 settembre 2023 | Short Theatre – Teatro India, Roma
16 – 17 settembre 2023 | Festival Fabbrica Europa – Museo Novecento, Firenze
12 ottobre 2023 | Città delle 100 Scale Festival – Il Piccolo teatro | CESAM, Potenza
24 – 25 ottobre 2023 | Danae Festival – Teatro Out Off, Milano
15 febbraio 2024 | International Theatre Festival of Kerala, Thrissur (India)
18 febbraio 2024 | Attakkalari India Biennial 2024, Bangalore (India)
18 aprile 2024 | SUPERNOVA – Teatro Amintore Galli, Rimini
20 aprile 2024 | Fuorimargine – TEN Teatro Eliseo, Nuoro
27 aprile 2024 | Spazio Allori Palazzo Vecchia, Poncarale (BS)
2 giugno 2024 | CROSS Festival – Teatro Il Maggiore, Verbania
27 giugno 2024 | Marosi Festival, Stromboli
26 luglio 2024 | Festival Trasparenze – Ostello Podesteria, Gombola (MO)
22 agosto 2024 | Segesta Teatro Festival – Teatro Antico di Segesta, Calatafimi
28 settembre 2024 | Festival Il Rumore del Lutto – Abbazia di Valserena, Parma
9 ottobre 2024 | NID Platform – Teatro Olimpico, Vicenza

 

Fotogallery

foto: Monia Pavoni (Festival Fabbrica Europa, Museo Novecento, Firenze, 17 settembre 2023)

 

foto cover: Luca Del Pia, dettaglio










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